Il nostro territorio è caratterizzato dalla presenza di moltissimi muretti a secco. Sorreggono le vigne, i campi e le strade. I nostri avi costruirono così tanti muretti per poter rubare ai ripidi pendii della valle ogni possibile boccone di terra e renderlo produttivo per avere da mangiare.
I muretti a secco sono costituiti da pietre opportunamente modellate in modo che si incastrino le une sulle altre rimanendo stabili una volta posate, in totale assenza di malta o altro materiale cementante. Con la stessa tecnica, diventata in questi giorni Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità per l’UNESCO, gli abitanti della nostra valle eressero le loro case, chiese, baite e ogni altra struttura che serviva loro. Le pietre venivano cercate in loco oppure portate con le gerle da molto lontano. Mio suocero racconta che i sassi che costituiscono le baite in montagna e le case di Rover provengono dal torrente Avisio. Uomini ma anche ragazzini, partivano dall’Avisio, che si trova nel punto più basso della valle, carichi di uno o più sassi, e risalivano i pendii anche per tratti molto lunghi, a volte fino alle baite in costruzione in montagna. Come è stato detto dall’UNESCO, “E’ stato versato più sudore ripulendo i declivi per le vigne che per costruire le piramidi. Un muretto a secco è il monumento a una volontà granitica”.
L’UNESCO scrive inoltre che i muretti a secco “hanno un ruolo vitale nel prevenire frane, inondazioni e valanghe e nel combattere l’erosione e la desertificazione del suolo, incrementando la biodiversità e creando le giuste condizioni microclimatiche per l’agricoltura”.
Altro aspetto che rende importantissimi i muretti a secco è la grande concentrazione di biodiversità che custodiscono all’interno: gli interstizi offrono rifugio a molti animali, come lucertole, serpenti, anfibi, molti invertebrati, che sfruttano il particolare microclima tra le pietre. Anche alcune piante sfruttano la stessa particolarità: dalle fessure fuoriescono piante come la ruta, la malva, il sedum telphium e molte altre; anticamente, ma anche ora, queste piante vengono raccolte e apprezzate per le loro proprietà.
Anche i nostri campi sono circondati da molti muretti a secco. Purtroppo capita, soprattutto a seguito di piogge o in inverno, che questi muri cadano in alcuni punti. Chi custodisce l’arte del muro a secco e mantiene il nostro territorio è mio suocero, al quale va il mio grazie.
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